6 Cose Da Sapere Sulla Famiglia de’Medici

Scrollare

Oggi andremmo alla scoperta di una famiglia che ha portato Firenze a livelli altissimi in contesto politico, sociale, economico ed artistico.
Avrete capito che si parla della Famiglia dei Medici che incoraggiò la carriera di luminari come Michelangelo e Galileo e i cui membri includevano papi, regine e una lunga serie di duchi.

Procediamo, quindi, alle 6 cose che forse non sai sui Medici!


1. Il Cavaliere che Uccide i Giganti

Una delle Leggende legate alla dinastia dei Medici narra di uno dei capostipiti, ai tempi un cavaliere, che uccide i giganti.
Le radici della famiglia sono presumibilmente legate a uno dei cavalieri di Carlo VIII dell’ottavo secolo, di nome Averardo. Secondo la storia, Averardo stava cavalcando una zona a nord di Firenze conosciuta come il  Mugello  quando incontrò un gigante che stava spaventando la popolazione. Averardo combatté e uccise il gigante ma il suo scudo fu ammaccato dalle sfere di ferro presenti sulla mazza del suo avversario.
Lo stemma della Famiglia Medici, che comprende palline rosse su uno scudo d’oro, presumibilmente fu ispirato da Averardo e dal suo scudo malconcio.
Tra le altre teorie c’è il suggerimento che lo stemma derivasse da un simbolo per i cambiavalute medievali (le palle rappresentano le monete), la professione di alcuni primi membri del clan mediceo. Oggi lo stemma mediceo è ancora visibile su edifici di Firenze che un tempo erano collegati alla famiglia.


2. La Più Potente Banca d’Europa

Nel 1397, Giovanni di Bicci de ‘Medici fondò la banca a Firenze su cui fu costruita la fortuna dei Medici.
A quel tempo, Firenze era emersa come un grande importante centro bancario  dove la moneta d’oro della città, il fiorino, divenne una valuta standard in tutta Europa nel 14 ° secolo.
Sotto il figlio di Giovanni, Cosimo, la banca dei Medici divenne la più potente in Europa nel 15 ° secolo con filiali a Roma, Venezia, Napoli, Milano, Londra, Ginevra e altre località. Perfino il Vaticano era un grande cliente.
Cosimo usò la sua ricchezza per influenzare la politica fiorentina, lanciando la dinastia politica dei Medici. Come importante mecenate delle arti, contribuì a mettere Firenze al centro del Rinascimento. Dopo la morte di Cosimo, la banca andò in declino e alla fine del 15° secolo aveva chiuso la maggior parte delle sue filiali. La dinastia dei Medici continuò e i membri della famiglia servirono Firenze come duchi e granduchi di Toscana.


3. Il Frate Nemico

Il predicatore fondamentalista Girolamo Savonarola ha criticato ciò che considerava la tirannia e la corruzione dei Medici, così come la peccaminosità generale del Rinascimento fiorentino. Nel 1494, due anni dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, suo figlio e successore Piero furono rovesciati da un esercito francese invasore. Successivamente, Savonarola ha agito come leader riformista di Firenze; i suoi sostenitori hanno raccolto libri, pezzi di arte, strumenti musicali e altri oggetti considerati “vanità” e li hanno bruciati in un enorme falò. Tuttavia, il frate, che sfidò anche l’autorità papale, fu scomunicato e messo a rogo a Firenze in Piazza della Signoria.


4. La Tomba Vuota

In una delle zone meno accessibili della Basilica di San Lorenzo a Firenze vi è una lapide, quella di Gian Gastone de’ Medici morto nel 1737.
Quando la lapide fu rimossa, al suo interno non fu trovato nulla. A pochi centimetri dalla lapide, invece, si notò, inciso sul pavimento, un cerchio nero.
Rimuovendo la lastra di marmo, i ricercatori trovarono un accesso a una cavità sotterranea dove fu scavata una piccola volta al di sotto del pavimento.
Quando fu scoperta era ancora piena del fango che aveva invaso gli spazi a causa della alluvione di Firenze del 1966, ma, una volta bonificata l’area, furono ritrovate diverse tombe di bambini.
Probabilmente, nell’antichità si trattava della cripta che ospitava i nati morti della famiglia dei Medici. Al tempo, infatti, la mortalità infantile era molto alta.
Le spoglie dei granduchi sono conservate in realtà dietro le mura.


5. La Pozione Misteriosa

Da un passaggio segreto all’interno di Palazzo Vecchio, si accede ad una piccolissima stanza senza finestre e nascosta al transito.
L’ipotesi avanzata nel corso dei secoli è che proprio quella stanza custodisse gli oggetti più preziosi. E un altro passaggio, infine, conclude la diramazione dei cunicoli che riporta allo scrigno di Francesco I.
Tra i tanti e meravigliosi dipinti appesi alle pareti della sala ce n’è uno più particolare degli altri; il quadro fu realizzato da Giovanni Stradano e raffigura un laboratorio di alchimia laddove, tra i vari personaggi, Francesco I è ritratto nell’intento di mescolare una pozione.
È una raffigurazione assolutamente insolita per un sovrano, dal momento che egli appare come un operaio.


6. Il Vino dei Medici

I Medici bevevano il vino e ne sono stati sia cultori che innovatori e su questo non ci sono ne dubbi ne incertezze.
Nella letteratura medicea, di inni al vino e di scorribande ad esso dedicati, se ne possono leggere a bizzeffe. Storie che narrano del legame che, in una regione ricca per natura e che si contraddistingue per la grande variaetà dei suoi vitigni, come lo è la Toscana, non poteva che essere forte.

Un esempio sono le odi del Lorenzo il Magnifico, un cultore del buon bere, che fu il primo a celebrare il vino come fonte di piacere con i suoi amabilissimi versi. Ma anche gli umanisti alla corte del Magnifico non erano meno sensibili di lui al fascino dei vini e della buona tavola, come il grande confidente e studioso Marsilio Ficino che amava i vini del Valdarno. Di questi vini era produttore addirittura lo stesso poeta Agnolo Poliziano, che gareggiava a sua volta con Pico della Mirandola per la ricchezza e la varietà della propria cantina. Di contro il Magnifico non esitava infatti a frequentare le migliori osterie gustando Trebbiano e Malvasia del Chianti con i suoi amici.

I Medici, come tante casate importanti e coeve, per mantenersi sani e robusti nella loro dieta giornaliera non si facevano mancare mai ne il buon cibo, in particolare carboidrati, carne, verdure, ne, e soprattutto, il vino.

Il vino dunque bevanda preferita, sia per il convivio che per gli affari, col quale si suggellavano accordi o “risolvano problemi”, cioè il lato oscuro del guadagno, dimostrando così che anche il vino può nascondere del torbido mascherato da delizioso nettare.

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